Ciclo Marlow 

Titolo: ciclo Marlow
Categoria: Opere ad olio - Anni 1973-85 Aplat
Dimensioni: 082X100
Tecnica: olio
Anno: 1974
Codice: B-08-TE-202

All’inizio degli anni ’70 Artias viene chiamato, insieme a Lydia Orlova, critica d’arte e sua compagna, a dirigere la nascente Maison de la Culture e l’impegno è tale che per 2-3 anni quasi non ha dipinto per se e quando è ritornato a farlo a tempo pieno abbandona la pittura gestuale ad,olio perché si era reso conto che ormai, per lui, la pittura ad olio era facile, quasi meccanica, senza sforzo, compreso la possibilità di camuffare e correggere eventuali errori, allora decide di passare alla pittura piatta che non ammette errori: linea e colore. Imponendosi questa regola severissima di intervenire sul disegno (un vero peccato non poter documentare i vari passaggi) arrivare alla perfezione e passare al colore in modo rigoroso. Con questa tecnica si è anche reso conto (e con lui anche Lydia che si dedicava all’applicazione del colore con 2-3 passaggi) che per dare la densità del colore ogni tinta ha la sua propria volontà. A volta accadeva anche che i colori non “andassero d’accordo” e occorreva modificare la prima decisione, l’artista, a volte, si sente una marionetta in mano ai colori che detta la sua legge che non è più quella dell’artista.

In un primo tempo ha usato il vinavil come legante che aveva la qualità di essere opaco ma ci si è resi conto che la pittura opaca è molto bella ma molto fragile: dopo un po’ di tempo la pittura si “sfalda” e cade. E’ quindi passato all’acrilico che purtroppo non è opaco.

In questo periodo ha dipinto esclusivamente con questa tecnica e lo ha fatto anche su tavole di legno che ha sempre molto amato

Era questo, per la coppia Artias-Lydia, un periodo che trascorrevano alla scoperta di Roma ospiti dell’amico artista , il pittore Pappola alla quale Lydia aveva dedicato una bellissima mostra alla Maison De La Culture e che aveva messo a loro disposizione un piccolo appartamento a Trastevere, così che loro hanno trascorso un periodo in questa città.

E’ stato per loro un vero choc da tutti i punti di vista, scoprire insieme al barocco, le manifestazioni della violenza degli anni di piombo vissuti , in questa città, nell’indifferenza del turista che passa attraverso tutto senza sentire cosa stava nell’aria, né capire una delle caratteristiche di questa città, di essere una città femmina (nel senso quasi volgare del termine, come una puttana offerta) e Artias è stato come soffocato da tantissime emozioni.

Comunque da uomo politico ciò che è rimasto è stato soprattutto la traccia della violenza, per lui sempre legata alla violenza del passato.

E’ stato un momento molto importante nell’opera dell’artista che renderà omaggio a tutti quanto furono sacrificati durante gli Anni di Piombo.

Le opere su questo tema hanno anche un sapore classico seppure ci sia la presenza della violenza:con silhouette della polizia , uomini con le mani alzate, la solita fila di gente che passa e accanto nella più totale indifferenza e le statue che si mescolano con il presente

Realizza dipinti sovrapposti che, sia come cornice o come parte integrante del quadro, permette all’artista di proporre due o tre prospettive diverse, incitando così chi guarda a giocare con lo spazio e con i vari elementi

Segue poi il lungo ciclo, molto felice che propone il corpo femminile in contrapposizione alla fredda geometria.